È entusiasmante vedere i giovani piloti di minimoto sfrecciare in gara a quasi 100 km/h, staccare prima di una curva, per usare un termine tecnico, lottare per migliorare la propria posizione, ammaestrare i loro bolidi come se fossero il prolungamento naturale del loro corpo. Non è solo tecnica, il pilota è un atleta vero.
La massima prestazione non può di certo attribuirsi solo alla tecnologia della moto, alla precisione dello settaggio, all’adattabilità alle condizioni atmosferiche o all’usura delle gomme. È il fattore umano, il pilota, quel mix di prestazione tecnica, fisica e psico-emotiva spesso a fare la differenza.
Il pilota di minimoto ha delle caratteristiche fisiche che devono essere ben definite:
- una composizione corporea eccellente, per non portarsi dell’inutile carico in moto;
- buone qualità di forza dinamica ed isometrica, con una spiccata capacità di recuperare stabilità per poter controllare la moto in situazioni variabili;
- flessibilità articolare, per poter facilmente cambiare posizione in moto, come durante la percorrenza in curva;
- un’ottima condizione cardiovascolare, che facilita la gestione della fatica sia in gara che nelle giornate di prove che la precedono.