A Misano, in un altro circuito di livello mondiale, si è svolto il terzo round della Coppa Italia. Due settimane prima del nostro round, qui si sono disputate le gare del WSBK. Evento bellissimo, soprattutto se, come me, avete avuto la fortuna di guardarlo dalla tribuna Yamaha.
Quanto la cultura del motosport sia importante
In Italia, la cultura del motosport è a livelli molto alti. Dovete esserne fieri, non tutti i piloti possono crescere in un ambiente come il vostro. Avete a disposizione circuiti, istruttori, piloti con esperienza, l’opinione pubblica vi vede come sportivi, non come pazzi scatenati, le gare vengono trasmesse in TV, la gente conosce i motosport e ne parla. Siete un popolo fortunato, non sapete quanto…
Io, d’altro canto, sono fortunato a vivere a due passi dalla frontiera italiana. Ho due genitori che mi supportano moltissimo, che mi hanno insegnato l’italiano da quando ero ancora in fasce e che mi portano su e giù per allenamenti e gare.
L’ispirazione che trovi in pista
TMa un pilota a un certo punto ha bisogno anche di figure più professionali di quanto lo siano mamma e papà. Hanno bisogno di piloti che li ispirino a diventare migliori ogni volta che entrano in pista. Io di queste figure ne ho incontrate già in minimoto. Mi hanno fatto crescere spronandomi. Mi hanno insegnato che non tutto si può ottenere subito. Mi hanno insegnato a non mollare mai.
Affacciandomi per la prima volta nel mondo della R3, cercavo qualcuno che mi facesse brillare di nuovo gli occhi, perché non sapevo come andare avanti su questa nuova, grande moto. E una mattina, sulla pista di Pomposa, ho incontrato un pilota di tutto rispetto, che mi ha subito sorriso e messo a mio agio. Era Alessandro Delbianco.
Da allora sono andato ancora in pista con Ale e la sua Area 52 Racing. Ho imparato a conoscerlo come persona e come pilota. Vi posso dire che Alessandro è una persona fantastica, che ha dovuto fare veramente molti sacrifici per arrivare dov’è arrivato. Nonostante tutto rimane una persona con i piedi per terra. Molto schietto, positivo e mantiene sempre la parola data.
Come istruttore Ale è bravissimo. Area 52 Racing è una delle poche academy dove l’istruttore (che è anche pilota) entra in pista con te solamente. Capisce cosa ti passa per la testa, dove sbagli e ti porta fino al limite e un po’ oltre. Sappiate che Ale vi può rivoltare come un calzino, ma se farete ciò che vi dice, a fine giornata i risultati saranno visibili. E anche se vorreste picchiarlo quando in pista si gira e con la mano vi fa cenno di passarlo (dai, dai, che sei lento), amerete le ore passate in pista con lui. Ale Delbianco e Alessia Tonini (anch’essa pilota della R3 e istruttrice) sono un’ottima squadra e vi faranno vivere al meglio l’esperienza in pista.
Avere dei piloti che insegnano ad altri piloti è bellissimo e uno impara veramente molto. Un giorno un uomo moto saggio, in un ambito non legato a quello sportivo, mi ha detto una frase, che mi si è impressa nella mente: “Sii un gufo – osserva tutto ciò che succede intorno a te e impara”. E se siete dei gufi come me, amerete trascorrere il tempo in pista con piloti che ammirate e rispettate perché imparerete tantissimo. E cercherete sempre di cogliere ogni occasione per entrare in pista con loro. Io per esempio ho sfruttato l’occasione pochi giorni fa, al Yamaha bLU cRU Camp 2024, quando ho fatto il corso di flat track con il campione del mondo Andrea Dovizioso e con Alessandro Delbianco, pilota CIV SKB ed EWC.
Misano – qualche volta si vince, qualche volta si impara
Ma a volte nemmeno tutti gli istruttori del mondo ti servono, quando davanti a te c’è una giornata no. A me è successo così a Misano, un circuito sul quale sognavo di correre da parecchio tempo. Sapevo già prima dell’inizio del fine settimana che questo sarebbe stato probabilmente il fine settimana più difficile nel campionato. Misano l’ho sempre visto solo da spettatore, non ho avuto la fortuna di girarci mai prima di questo weekend. Quindi avevo solo 40 minuti per capirlo e impararlo e poi via a fare le qualifiche.
Ho migliorato il mio tempo rispetto alle prove libere e ho chiuso la Q1 al ventunesimo posto. La Q2 si è svolta di pomeriggio, a una temperatura molto più alta rispetto al mattino e in condizioni peggiori. Non ho migliorato il tempo, ma abbiamo trovato un rapporto migliore per la gara.
Domenica le condizioni meteo sono cambiate. Il vento soffiava in direzione della Quercia, che era il mio punto di forza. Alla partenza ero abbastanza nervoso, sono partito malissimo e ho perso quattro posizioni. Nelle prime quattro curve ne ho poi guadagnate tre.
A questo punto però si è fatta sentire la mia inesperienza e ho commesso un errore. Quando volevo sorpassare proprio alla Quercia, ho frenato troppo tardi e ho fatto un’escursione a bordo pista. Mi sono dato da fare, ho riguadagnato la ventunesima posizione e al quinto giro alla curva n. 13 (una curva che si fa intorno ai 120 km/h) mi si è chiuso l’anteriore. Nemmeno adesso, mentre lo sto scrivendo, mi è chiaro come sono riuscito a non stendermi. I problemi sono continuati, non sapevo cosa fare, fino a che, a due giri dalla fine, mi sono ricordato come reagire. Ma purtroppo troppo tardi. Ho terminato la gara ventunesimo con il rimpianto, ma ance la consapevolezza che in pista qualche volta si vince, qualche volta si impara. Oggi ho imparato. E quanto ho imparato… 😁