Tadej Maver Guštin: una speranza del motociclismo sloveno

Tadej Maver Guštin

Pubblichiamo la seconda intervista con Tadej Maver Guštin, un pilota che dimostra di avere un grande potenziale nel motorsport. Nella prima intervista, Tadej era ancora il campione sloveno di minimoto nella categoria Junior B. In questa stagione è passato a una moto più potente nella categoria Open, dove ci ha conquistato del tutto.

Sono curioso, avrei dovuto chiedertelo già nella nostra prima intervista, perché il numero 96? Ha un posto speciale nel tuo cuore?

A dire il vero non ha alcun significato speciale. Era simpatico come numero. Mi piaceva anche che, a prescindere da come lo giri, il 96 sembra sempre scritto in modo corretto. Inoltre, l’anno in cui ho iniziato a correre, nessuno in MotoGP portava il numero 96 e questo fatto era molto importante per me. Non volevo imitare nessuno.

Da allora, sei passato tra gli adulti. In quale categoria gareggi e qual è la differenza tra la categoria attuale e quella precedente?

Gareggio nella categoria minimoto Open, che è la categoria più difficile e competitiva nel mondo delle minimoto in Slovenia. Fondamentalmente, in Slovenia questa è una categoria dove gareggiano piloti adulti, con esperienza, quest’anno eravamo solo due i piloti minorenni in questa categoria. Anche l’attuale campione del mondo nella MotoGP, Francesco Bagnaia, ha fatto i primi passi nel mondo del motociclismo con una minimoto.

La differenza tra categoria Open e Junior in minimoto è principalmente nel motore, che è molto più potente e aggressivo. È già difficile tenere la moto incollata a terra, dato che tende ad impennare. Il motore più potente ti obbliga anche a cambiare lo stile di guida.

Tadej Maver Guštin al CIV a Jesolo
Tadej (con il numero 96) alla gara di Jesolo. Fonte: archivio personale

Nella nostra ultima intervista hai detto che non ti aspettavi di ottenere subito risultati clamorosi tra gli adulti, perché avresti dovuto abituarti a un motore più potente, ma quest’anno sei diventato campione sloveno. Cosa è successo? Quando hai capito di potercela fare?

(Risata) Non è successo per caso, ho dovuto lavorare sodo. In effetti, ho faticato per due anni per diventare campione. La prima volta che ho capito di poter battere il leader della categoria Open è stato l’anno scorso, alla gara di Krško. Quella gara non l’ho vinta perché mi si è rotta la catena a causa di un dosso e un conseguente atterraggio duro sull’asfalto. Ma la conferma che potevo superare il mio maestro è arrivata subito nella prima stagione, a Vrtojba, quando ho battuto Jan per la prima volta.

Come mi dicevi, hai battuto il tuo primo maestro e colui al quale ti ispiravi, Jan Poropat. Che sensazioni hai provato?

È stato bellissimo. Battendo Jan ho raggiunto l’obiettivo che mi sono prefissato. Jan era il mio modello e il mio maestro. Aveva moltissima esperienza, quindi il gradino che dovevo superare era piuttosto alto. Ci è voluto molto lavoro, quindi questa vittoria è qualcosa di importante per me. Ora però devo trovare un nuovo obiettivo.

Come hai evitato gli infortuni?

A quanto pare male, perché ho il braccio ingessato. Nell’ultima sessione di prove libere, guidando una moto più grande, c’è stato un malfunzionamento ai freni e ho avuto un incidente.

L’incidente sarebbe potuto essere molto più grave. Grazie alla tuta, casco, guanti e l’esperienza che ho, me la sono cavata relativamente bene. Fin dall’inizio, per me e il mio team la sicurezza è molto importante. Poniamo molta attenzione sull’equipaggiamento e la sicurezza. Per il resto, nonostante alcune brutte cadute, con la minimoto non ho avuto incidenti degni di nota durante la stagione.

Entrambi per terra
A Jesolo Tadej ha avuto un’incidente. Fonte: archivio personale

Quest’estate al Campionato Europeo Minimoto hai ottenuto un ottimo quinto posto. I preparativi per l’Europeo erano diversi da quelli per il campionato?

No, non mi sono preparato appositamente per l’Europeo. È il secondo anno che faccio anche il CIV. Quest’anno ho ottenuto il 9° posto su 19 corridori della mia categoria. Qui corrono i migliori piloti di minimoto d’Europa. Quindi posso dire che ogni gara per il CIV è stata una preparazione al Campionato Europeo.

Felicità
Tadej è felice del risultato dopo la seconda gara ad Assen. Fonte: archivio personale

All’Europeo hai avuto problemi con la catena. Puoi dirci cos’è successo?

Ah, la catena! Non c’è molto da dire. Nella terza gara la catena è caduta poco prima della fine della gara e il mio quarto posto se n’è andato in fumo. Se ciò non fosse successo, avrei finito l’Europeo al quarto posto. Non posso dire che qualcuno sia responsabile dell’accaduto, capita, intoppi del genere fanno parte di questo sport.

Come hai ribadito tu stesso, il tuo risultato sarebbe stato migliore se la catena non fosse caduta. All’inizio eri arrabbiato, ma ripensandoci il quinto posto è sicuramente un buon risultato. Sei soddisfatto del risultato ottenuto e del tuo debutto sulla scena europea o miravi al podio?

No, non miravo al podio perché sapevo contro chi avrei gareggiato, ma non mi sarebbe dispiaciuto se fossi arrivato sul podio. In realtà, ho visto già sulla carta che sarebbe stato quasi impossibile ottenere una medaglia, ma speravo in un buon risultato. Non conoscevo tutti gli avversari e non ho nemmeno mai guidato su questa pista, quindi sono andato in Olanda con molte incognite.

Quali sono i tuoi piani per il futuro? Forse una nuova categoria?

Ad essere onesti, stiamo ancora valutando diverse opzioni. Come ho detto prima, devo prefissarmi un nuovo obiettivo, il che nelle minimoto sarà molto difficile, dato che al momento sono io il pilota da battere. Se volessi cambiare la disciplina, ci sono così tante opzioni che si deve pensare bene quale scegliere. Nelle prossime settimane ho alcuni incontri e spero di avere le idee più chiare dopo.

Campione sloveno Minimoto Open 2022
Tadej con la medaglia di campione sloveno. Fonte: archivio personale

Cosa ne pensi della classe MotoGP di quest’anno? Sei contento di chi è diventato il nuovo campione?

Quello che mi è piaciuto di più del MotoGP di quest’anno sono state le tappe asiatiche e il circuito di Philip Island. Qui anche i piloti che forse non erano in grado di esprimere tutto il loro potenziale sui circuiti europei, come Alex Rins, hanno potuto esprimersi a pieno.

Per quanto riguarda il campione del mondo, il titolo di Bagnaia è sicuramente meritato e ovviamente mi congratulo con lui. Io però tifavo per Joan Mir, che iniziato di stagione bene, ma l’ha conclusa male. Spero che il prossimo anno con la Honda faccia di nuovo colpo, come mi ha colpito nel 2017 e nel 2020.

Infine, vorresti dire qualcosa ai tuoi fan e ai nostri lettori?

Se avete delle aspirazioni, se avete dei sogni, vale la pena lavorare per realizzarli. Niente è impossibile, dovete sapere solo che i bei sogni hanno bisogno di molto lavoro per diventare realtà.

Se volete sapere se il mio sogno si è avverato, potete seguirmi sul sito tadej96.eu o su Facebook Tadej96.

Revija Študent

Questa è la traduzione dell’articolo pubblicato in lingua slovena il 24 novembre 2022 sul sito della rivista Študent.

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