Tadej Maver Guštin è un promettente pilota di minimoto. Sebbene spegnerà 13 candeline solo a gennaio, la prossima stagione gareggerà già con gli adulti nella categoria Open.
Come potete leggere sul suo sito web, Tadej si siede sulla sua prima minimoto all’età di sei anni, ma se ne innamora solo all’età di nove, quando guida per la prima volta su un vero circuito. All’età di dieci anni partecipa per la prima volta al Campionato Nazionale Sloveno conquistando il secondo posto nella categoria Junior B, mentre l’anno seguente comincia ad allenarsi sotto l’occhio vigile di Jan Poropat, concludendo la stagione 2019 al terzo posto a causa di un infortunio. Quest’anno raggiunge l’obiettivo prefissato alla fine della scorsa stagione, ottenendo il titolo di campione e dominando il campionato nazionale minimoto nella categoria Junior B.
Perché hai scelto questo sport?
Quando mio padre mi ha messo per la prima volta su una minimoto volevo sentire le sensazioni che si provano ad andare in moto. Quando ho iniziato a praticare questo sport sul serio, l’ho scelto nuovamente perché amo l’adrenalina e le sensazioni che si provano quando si taglia il traguardo. Ayrton Senna ha detto: “Non saprete mai come si sente un pilota quando vince. Il casco nasconde sentimenti che non possono essere compresi”. Aveva ragione, lo si può solo provare.
Quanto è importante la preparazione in questo sport?
La preparazione è essenziale. Il pilota ha bisogno di una buona preparazione fisica, poiché correre è impegnativo, anche se molti pensano che io non faccia altro che stare seduto sulla moto. Per la preparazione fisica impiego mediamente 8 ore settimanali. Pratico karate due volte a settimana e faccio esercizi di coordinazione, esercizi per migliorare i riflessi, stretching ed esercizi di mobilità una volta a settimana. Questo non significa che il mio obiettivo sia diventare un body builder, noi piloti dobbiamo stare attenti al peso – dobbiamo essere il più leggeri possibile. E poi c’è la preparazione tecnica per correre. Se ancora non conosco una pista devo prima studiarla a tavolino e visionare qualche video della pista prima di sedermi sulla moto. Se ci ho già corso, per iniziare è necessario controllare le impostazioni ottimali del motore dato che le piste sono diverse tra loro e poi, in pista, cerco di trovare la linea ideale per guadagnare qualche altro centesimo.
Quante volte a settimana e quante ore al giorno ti alleni?
Da febbraio a fine novembre mi alleno con la moto. Il mio circuito di casa, dove mi trovate quasi ogni sabato, è Vrtojba. Mi alleno qui l’intero pomeriggio, anche se spesso vado ad allenarmi anche in Italia. Avvolte è necessario fare 500 chilometri o più per andare ad allenarsi su un nuovo circuito o per poter studiare con un insegnante all’estero, ma questo non mi pesa.
Qual è il segreto per vincere? La moto, la motivazione, la squadra? Quale di queste opzioni diresti che sia quella più importante?
A dire il vero sono necessarie tutte e tre e in aggiunta è indispensabile anche una buona preparazione. Le mie vittorie da tempo non sono più solo una coincidenza fortunata, ma il risultato di un lavoro duro e prolungato, di una strategia ben ponderata, di rinunce e di collaborazione con le persone giuste.
Senza una moto preparata a dovere non si va sul podio. Il mio primo meccanico è sempre mio padre con il supporto del produttore del motore, la GHR, che rende possibile una preparazione ottimale. Tuttavia, come un sacco vuoto non sta in piedi da solo, così una moto non può vincere senza un pilota che sa guidarla. Ho imparato molto bene questa cosa nel corso di quest’anno, lavorando molto sulla preparazione fisica, psicologica e tecnica. La mamma fotografa tutte le mie gare e si occupa della preparazione psicologica. I miei insegnanti di karate e il kinesiologo, invece, si occupano della mia preparazione fisica. La GHR mi aiuta con le impostazioni e la messa a punto del motore, mentre discuto di curve e linee ideali con Jan Poropat, il mio primo insegnante di minimoto.
Il team poi si assicura che tutto funzioni, mi motiva quando è necessario, mi aiuta quando ne ho bisogno e gioisce con me quando arrivano i successi. Oltre a loro, ci sono moltissimi amici che mi incoraggiano e che per me sono molto importanti poiché mi danno una forza e una motivazione extra.
Quali sono le vittorie di cui sei più orgoglioso?
Il titolo di campione nazionale di quest’anno e poi il mio primo podio in minimoto.
Chi è il tuo idolo nel motociclismo e perché? A chi ti ispiri?
Mi ispiro a Jan Poropat, il mio primo insegnante, che mi ha seguito fin dall’inizio e mi ha insegnato a guidare. Mi piace anche il suo modo di pensare e mi piacerebbe seguire le sue orme. Tra i grandi, tuttavia, apprezzo Joan Mir e il percorso che ha fatto per arrivare dov’è oggi.
A cosa aspiri in futuro? Vorresti correre in Moto GP?
La prossima stagione non gareggerò più nella categoria Junior, bensì gareggerò con gli adulti nella categoria Open. Sono consapevole che l’anno prossimo dovrò prima di tutto abituarmi a un motore nuovo, ancora più potente, quindi non mi aspetto grandi vittorie, anche perché questa è la categoria di Jan e sono consapevole di non essere ancora al suo livello, ma… chi va piano, forse arriva anche in MotoGP!
Chi sono i tuoi sponsor? Quanto è difficile trovarli e come ti aiutano?
Quest’anno i miei sponsor erano Axle, EM-Soft sistemi, Nevtron & company, Parcom e PIU. È abbastanza difficile ottenere gli sponsor nel nostro sport perché non abbiamo una copertura mediatica come ad esempio il calcio, ma non ci arrendiamo. Gli sponsor mi aiutano per lo più finanziariamente, ma con alcuni di loro ho stabilito dei veri contatti d’amicizia, così che vengono anche a fare il tifo quando gareggio, il che significa molto per me. Nevtron poi mi aiuta anche a gestire il mio sito web, cosa che apprezzo molto.
In che modo ti vedono i tuoi compagni di classe?
Purtroppo, molti compagni di classe sono invidiosi, altri sentendo parlare di minimoto pensano che io stia seduto su una piccola motocicletta che gira alla velocità del loro tosaerba (il che ovviamente non è vero, dato che la mia minimoto raggiunge velocità fino a 120 km/h).
Come avevi già menzionato, pratichi anche il karate. Che successi hai ottenuto nel karate?
Sì, pratico karate da sette anni. Ho iniziato nel club Samurai Sežana, ma da quest’anno mi alleno sotto l’occhio vigile dei maestri Vojko Frank e Goran Milovanovič nel club KK Bushi a Divača. L’allenamento è molto diverso da quello a cui ero abituato nel mio vecchio club, ma mi piace molto e qui mi hanno accolto benissimo, cosi che amo questi allenamenti. In passato ho partecipato ad alcune gare del campionato nazionale e ho portato a casa anche un paio di medaglie, ma ammetto di aver sempre dato la priorità alla minimoto.
In futuro hai intenzione di lascare il karate e concentrarti solo sui motori? Farai il contrario?
(Risata) No, non intendo lasciare né l’uno né l’altro. Il karate mi piace perché mi rilasso e perché mi ha insegnato alcuni valori come la perseveranza. Inoltre, mi aiuta come preparazione fisica per la minimoto. Gli sport motociclistici, invece, mi piacciono perché ho, come dicono, la benzina nel sangue. Quando mi siedo sulla mia moto mi sento come se fossi un tutt’uno con essa. Uno sport quindi non esclude l’altro.
Hai altri interessi? Ho sentito che stai imparando a progettare siti web.
Sì, ho creato il mio sito web insieme a Nevtron, ma ora lo gestisce la mamma, io scrivo solo gli articoli sulle gare o gli allenamenti. Ultimamente mi interessa di più la programmazione e sto imparando la programmazione di base. Allo stesso tempo studio l’inglese poiché sono bravo in lingue. Parlo anche l’italiano dall’età di due anni.
Si fanno gare durante la pandemia, come mantieni la tua preparazione?
Al momento in minimoto siamo in “vacanza” dato che la temperatura è troppo bassa per poter correre o allenarsi, quindi la pandemia non influisce sul mio allenamento. Le cose erano diverse a marzo, quando fremevo nell’attesa di poter tornare in pista. Nei periodi in cui non posso gareggiare, mantengo la forma fisica correndo, andando in bici, eseguendo esercizi di preparazione fisica generali e specifici. Potete vederne alcuni sul mio sito web, alla pagina Salute.
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Questa è la traduzione dell’articolo pubblicato in lingua slovena il 21 novembre 2020 sul sito della rivista Študent.