Cos’è il defaticamento?
Il defaticamento è l’ultima ed importantissima fase dell’allenamento, ma non tutti sempre sanno qual è la sua funzione principale. Come dice la parola stessa, il defaticamento aiuta a far rallentare o calmare il sistema cardiovascolare e permette al corpo di tornare a una condizione di normalità dopo una sessione di allenamento. In pratica, consente di ripristinare i valori normali della frequenza respiratoria e cardiaca, della temperatura corporea e del metabolismo. Inoltre, un defaticamento eseguito in maniera corretta, permette al corpo di accelerare i tempi di recupero tra un allenamento e l’altro.
I rischi del saltare il defaticamento
La prima domanda che sorge quando ci si approccia a uno sport è: “Perché per defaticare bisogna continuare a muoversi? Si fa meno fatica a rimanere fermi!”. In teoria questo non fa una piega, tant’è che si tratta della prima fase che scartiamo quando il tempo stringe. Inutile dire che si tratta di un’abitudine scorretta, soprattutto quando protratta nel tempo.
Saltando il defaticamento neghiamo al corpo la possibilità di avere il tempo necessario per tornare gradualmente a una condizione di normalità, si rischia di danneggiare il sistema cardiovascolare e l’apparato muscolo-scheletrico. Questo non solo aumenta la probabilità di un irrigidimento muscolare nei giorni successivi, ma può influire negativamente anche sulla circolazione, provocando capogiri e addirittura svenimenti.
Prendersi 10 minuti per il riscaldamento e 10 minuti per il defaticamento ci farà solo del bene e non sarà mai una perdita di tempo. Si tratta anzi di un investimento per la propria salute futura.
Come si esegue un corretto defaticamento?
Il defaticamento ha poche e semplici caratteristiche:
- Dev’essere proporzionale all’allenamento svolto. Inutile defaticare se l’allenamento è stato leggero. Al tempo stesso, sarebbe insufficiente defaticare due minuti se si ha lavorato con alti picchi di lattato per tutto l’allenamento.
- Non deve aumentare l’affaticamento generale.
- Non dovrebbe oltrepassare il 10 % del volume totale dell’allenamento.
- L’intensità è sempre bassa o bassissima; un parametro particolarmente indicativo da controllare è quello delle pulsazioni cardiache. Sarebbe opportuno che non oltrepassassero i 120-130 battiti al minuto.
Le pratiche adottate per il defaticamento sono quasi speculari alla fase di riscaldamento. 5 – 10 minuti di attività aerobica, con l’obiettivo di guadagnare un po’ di flessibilità persa durante l’attività, inserendo nel finale una routine di stretching classico. E non dimenticate l’idratazione!
E per finire… il corpo è come un motore. È stato creato per grandi prestazioni ma può anche andare in corto circuito. Ecco perché è importante prendere tutte le misure necessarie per mantenerlo fresco, riposato e pronto per una nuova sfida.